Eredità scomode dell’uomo di Neanderthal

Eredità scomode dell’uomo di Neanderthal

Eredità scomode dell’uomo di Neanderthal Depressione e dipendenze l’uomo di Neanderthal aveva un corredo genetico simile al nostro, lo confermano alcune ricerche

Eredità scomode dell’uomo di Neanderthal – Sono davvero molti gli elementi di continuità tra l’uomo attuale e l’uomo di Neanderthal. si tratta d un insieme di caratteristiche che rendono il nostro DNA più simile all’ominide di quanto precedentemente ci si potesse aspettare. La depressione, secondo gli studiosi della Vanderbit University di Nashville, potrebbe ad esempio essere una della eredità dell’uomo di Neanderthal, ma non solo. I risultati dimostrano, infatti, come anche alcuni punti deboli del nostro sistema immunitario, del metabolismo e la dipendenza dal fumo possano avere origine dall’Homo Neanderthalensis.
La ricerca ha visto l’analisi approfondita dei geni del nostro antenato con i nostri; è di una percentuale che va dall’uno fino al quattro per cento l’eredità genetica dell’uomo di Neanderthal presente nell’uomo moderno.

Gli antenati soffrivano, ad esempio, di malattie provocate dall’eccessivo contatto con il Sole (aspetto che ne provocò l’emigrazione dall’Africa). Ma sono le ricerche focalizzate sugli aspetti neurologici e psichiatrici, soprattutto, ad aver portato alle scoperte più curiose. In pratica gli uomini di Neanderthal avevano gli stessi geni che portando, nell’uomo moderno, alla dipendenza dalla nicotina ed alla depressione mentre, dal punto di vista circolatorio, è la spiccata capacità di coagulazione del sangue ad essere una diretta eredità degli ominidi del passato; una funzione che oggi è considerata direttamente correlata all’ictus ed embolie.

Autore: Rinaldo Cilli
Fonte: scienzenotizie.it

Glossario

Homo neanderthalensis: comunemente detto Uomo di Neanderthal è un ominide strettamente affine all’Homo sapiens, che visse nel periodo paleolitico medio, compreso tra i 200 000 e i 40 000 anni fa.
Prende il nome dalla valle di Neander (Neandertal, da Joachim Neander, compositore, e “tal”, valle) in Germania, presso Düsseldorf, dove vennero ritrovati i primi resti fossili. Per questo motivo la dicitura Neanderthal, con “h” è corretta unicamente quando si utilizza il nome latino Homo neanderthalensis; in tedesco moderno infatti la Valle Neander ha perso la “h” che invece aveva in tedesco antico. In italiano è quindi corretto unicamente il termine Uomo di Neandertal.
Fu un “Homo” molto evoluto, in possesso di tecnologie litiche elevate e dal comportamento sociale piuttosto avanzato, al pari dei sapiens di diversi periodi paleolitici.
Convissuto, nell’ultimo periodo della sua esistenza, con lo stesso Homo sapiens, l’Homo neanderthalensis scomparve in un tempo relativamente breve, un evento che costituisce un enigma scientifico oggi attivamente studiato. (Fonte: wikipedia.org)

Depressione: La parola “depressione” deriva dal verbo latino “deprimere” che vuol dire “premere verso il basso”. Sebbene il termine depressione sia largamente utilizzato a livello colloquiale per descrivere quegli stati emozionali caratterizzati da tristezza, abbattimento e pessimismo, una persona affetta da depressione non è solo semplicemente triste. La depressione è infatti caratterizzata dall’associazione di un tono dell’umore continuativamente basso con sintomi che causino interferenza significativa sulla capacità funzionale dell’individuo. (Depressione mascherata)

Ictus : L’ictus (“colpo” in latino o stroke in lingua inglese), conosciuto anche come apoplessia, accidente cerebrovascolare, insulto cerebrovascolare, o attacco cerebrale, si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule. Vi sono due tipi principali di ictus, quello ischemico, dovuto alla mancanza del flusso di sangue e quello emorragico causato da un sanguinamento ed entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare correttamente. (wikipedia.org)

Embolia: è l’ostruzione di un’arteria o di una vena, causata da un corpo estraneo al normale flusso sanguigno, che viene denominato embolo e che può essere un coagulo di sangue, una bolla d’aria o di altri gas, generalmente azoto, o altre formazioni di dimensioni tali da ostruire un vaso arterioso o venoso.Nei casi più gravi in cui essa interessi un’arteria, l’embolia può provocare la morte del soggetto colpito per ischemia cerebrale, polmonare o cardiaca. (wikipedia.org)