Aneurisma parlare grazie a un software

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Aneurisma parlare grazie a un software: ragazzo di 32 anni colpito da aneurisma cerebrale, torna a parlare dopo due anni grazie a un software

Aneurisma parlare grazie a un software: Torna a parlare dopo quasi due anni di silenzio grazie a un rivoluzionario programma basato sulla tecnica dell’imitazione. Si tratta di un ragazzo di 32 anni, ingegnere, che nell’aprile 2014, in seguito a rottura di aneurisma cerebrale, ha perso completamente l’uso della parola.
Al paziente era stata diagnosticata un’afasia globale, che lo rendeva incapace di comunicare contenuti anche molto semplici e addirittura di ripetere qualsiasi stimolo presentato. Il suo linguaggio era ridotto a poche stereotipie di carattere perseverativo che utilizzava in qualsiasi contesto.

In seguito alla dimissione ospedaliera ha preso parte a una normale riabilitazione neuropsicologica e logopedica. A partire da luglio 2015 la svolta: al suo progetto riabilitativo è stato affiancato, presso il Centro Puzzle di Torino, un trattamento intensivo con un nuovo programma computerizzato, chiamato IMITAF. Questo software, ideato dal team di ricercatori-psicologi, presieduto da Marina Zettin con la collaborazione di Valentina Galetto e Marzia Leopizzi, consiste nell’imitazione di più di 1.000 parole e frasi in livelli di difficoltà crescente pronunciate da 6 attori di età e genere differenti. Al termine del trattamento il paziente, dopo 15 mesi di completa assenza di comunicazione verbale, ha migliorato notevolmente la ripetizione di qualsiasi stimolo e risulta in grado di produrre spontaneamente alcune parole ad alta frequenza d’uso, che gli garantiscono la possibilità di effettuare semplici scambi comunicativi nel quotidiano. Il percorso riabilitativo è tuttora in corso, con grande entusiasmo del paziente che ha modo di sperimentare quotidianamente l’efficacia del trattamento.

Un caso così particolare e rilevante nel panorama riabilitativo testimonia come l’utilizzo di trattamenti intensivi e prolungati nel tempo permetta un più funzionale recupero del linguaggio, corrispondente, a livello neurale, ad una riorganizzazione dei network deputati all’elaborazione linguistica anche in fase cronica, smentendo così la pubblica opinione che il recupero si può verificare solo nei primi sei-otto mesi dopo un insulto cerebrale. Non solo, verrebbe anche confutata l’ipotesi secondo cui vi siano specifici centri del linguaggio tendenzialmente lateralizzati solo a sinistra (per i destrimani). Al contrario, recenti ricerche stanno confermando che anche l’emisfero di destra possa intervenire nel recupero “copiando” inizialmente le singole parole e poi le ulteriori abilità grammaticali.

Tra i temi innovativi l’utilizzo dell’imitazione per la riabilitazione, in linea con recenti studi che hanno evidenziato un recupero della funzione linguistica proprio attraverso la riproduzione dello stimolo osservato. Il filo rosso di questa teoria sembra risiedere nel sistema specchio: quel complesso circuito di neuroni, che si attiva sia quando un soggetto compie un’azione, sia quando osserva la stessa compiuta da un’altra persona, potrebbe essere responsabile del riapprendimento motorio. Recenti indagini hanno dimostrato come l’attivazione di questo sistema permetta di creare delle rappresentazioni motorie interne dell’atto osservato fondamentali nei processi di riproduzione dello stesso.

Fonte: insalutenews.it